Il termine "danno" si riferisce al pregiudizio o all'effetto negativo causato su persone, beni o situazioni, in contesti giuridici, sanitari o assicurativi. In italiano comune può indicare sia danno materiale sia danno morale o alla salute, a seconda del contesto. Contributi di definizione chiave
- Danno come perdita o menomazione patrimoniale: è la riduzione o la perdita del patrimonio o delle cose, derivante da un evento o da un comportamento lesivo. Questo uso è tipico nel diritto civile e nelle assicurazioni.
- Danno fisico o sanitario: lesioni o danni alla salute derivanti dall’esposizione a rischi o incidenti.
- Danno morale ed esistenziale: pregiudizi non patrimoniali legati allo stato d’animo o alla qualità della vita, riconosciuti in determinati ambiti giuridici e assicurativi.
Categorie comuni del danno
- Danno materiale: perdita o danneggiamento di beni tangibili.
- Danno patrimoniale: lesione al patrimonio economico, spesso suddiviso in danno emergente e lucro cessante.
- Danno biologico e morale: danno alla salute o al benessere psicologico; talvolta distinto come danno esistenziale.
- Danno ambientale: impatti negativi sull’ambiente, riconosciuti nelle normative di tutela.
Note terminologiche utili
- In ambito legale, il danno è spesso opposto al vantaggio o all’utilità, perché rappresenta ciò che è nuoce o è lesivo rispetto a uno status o a un diritto tutelato.
- L’analisi del danno è centrale per valutare la gravità di un rischio e per determinare le misure rispondenti, sia preventive sia compensate.
Se vuoi, posso fornire una definizione mirata al contesto specifico (giuridico civile, assicurativo, sanitario o lavorativo) o tradurla in italiano avanzato/giuridico con esempi pratici.
