Il Giorno del Ringraziamento si festeggia perché nasce come giornata religiosa di ringraziamento a Dio per l’abbondanza del raccolto e per le “benedizioni” ricevute durante l’anno, tradizione poi diventata festa nazionale laica centrata sulla gratitudine e sulla famiglia.
Origini storiche
La festa affonda le sue radici nei primi anni delle colonie inglesi nel Nord America, in particolare nel banchetto del 1621 a Plymouth, quando i Padri Pellegrini celebrarono il buon raccolto insieme ai nativi americani che li avevano aiutati a sopravvivere nel nuovo territorio. In un contesto di fame, inverni durissimi e rischio di fallimento della colonia, quel raccolto fu visto come un segno di protezione divina e motivo di solenne ringraziamento.
Perché è festa nazionale
Nel corso dei secoli diverse colonie e poi singoli stati proclamarono propri giorni di ringraziamento, finché Abraham Lincoln nel 1863 istituì un giorno di Ringraziamento annuale per unire il paese durante la guerra di secessione e riconoscere pubblicamente i “benefici” ricevuti come nazione. Nel 1941 il Congresso degli Stati Uniti fissò ufficialmente il Thanksgiving come festività nazionale federale, collocandola a fine novembre e consolidandone il significato civile oltre a quello religioso.
Significato attuale
Oggi si festeggia soprattutto per:
- dire grazie per ciò che si ha (famiglia, lavoro, salute, opportunità), non solo per il raccolto agricolo;
- rafforzare i legami familiari e comunitari con un grande pasto condiviso, che richiama simbolicamente il primo banchetto tra pellegrini e nativi.
In sintesi, si festeggia il Giorno del Ringraziamento come erede di un antico “giorno di grazie” per il raccolto che nel tempo è diventato un momento collettivo di memoria storica, gratitudine e coesione sociale.
