Il venerdì 17 è considerato un giorno sfortunato in Italia e in altri paesi di origine greco-latina per la congiunzione di due elementi culturalmente negativi: il venerdì, giorno in cui nella tradizione cristiana è morto Gesù Cristo (Venerdì Santo), e il numero 17, ritenuto portatore di sfortuna per varie ragioni storiche e simboliche. Il numero 17 era associato da antiche popolazioni come i Romani con la morte, poiché sulle tombe si scriveva "VIXI" ("ho vissuto" o "sono morto"), e la sua scrittura in numeri romani (XVII) fu associata a un presagio di morte. Inoltre, la Bibbia fa un riferimento al numero 17 nel Libro della Genesi (diluvio universale iniziato venerdì 17 del secondo mese). Questa superstizione è così radicata che ha un nome specifico, "eptacaidecafobia", che significa paura del numero 17. Anche pratiche scaramantiche sono legate al venerdì 17, come evitare di fare cose importanti o portare amuleti contro la sfortuna. Nonostante la mancanza di fondamento scientifico, questa paura è molto diffusa e influenza il comportamento di molte persone.
Quindi, il venerdì 17 "porta sfiga" in quanto coniugazione di simboli tradizionali di sventura che si sono sedimentati nella cultura popolare e religiosa italiana e mediterranea.