Serena Mollicone è stata uccisa il 1° giugno 2001 ad Arce, in provincia di Frosinone. Secondo le ricostruzioni investigative emerse negli anni, Serena si era recata nella caserma dei carabinieri del paese per denunciare uno spacciatore, Marco Mottola, figlio del maresciallo Franco Mottola. Tra Serena e Marco ci fu una lite violenta, durante la quale Serena batté la testa e perse i sensi. Successivamente, il maresciallo Mottola, il figlio e la moglie avrebbero legato Serena, messa un sacchetto di plastica sulla testa e abbandonata nel bosco dove poi fu ritrovata morta, soffocata. La famiglia Mottola è stata coinvolta come principale sospetta nel delitto. Il movente deriva dalla volontà di Serena di denunciare lo spaccio di droga di Marco, che probabilmente utilizzava la caserma come copertura. Diversi elementi, tra cui testimonianze e indagini sul luogo del delitto, collegano l'omicidio alle dinamiche familiari della caserma di Arce. Nonostante anni di indagini e processi, la causa della morte è stata l'asfissia per il sacchetto e la vicenda ha avuto sviluppi giudiziari tuttora in corso, con annullamenti e nuove udienze disposti dalla Cassazione nel 2025. In sintesi, Serena Mollicone è stata uccisa perché voleva denunciare un caso di spaccio di droga legato al figlio del maresciallo dei carabinieri, e la sua morte è il risultato di una lite degenerata in modo tragico all'interno della caserma di Arce, con la famiglia Mottola accusata di averla uccisa e occultato il cadavere.