Il 28 novembre 2025 si terrà in Italia uno sciopero generale indetto dai principali sindacati di base, con coinvolgimento di settori pubblici e privati come trasporti, scuole, sanità e servizi.
Cause dello sciopero
Le ragioni principali dello sciopero sono molteplici e riguardano sia aspetti economici sia questioni di politica nazionale e internazionale:
- Contestazione alla Legge di Bilancio 2026, che secondo i sindacati aumenta le spese militari sottraendo fondi a sanità, scuola, trasporti e altri servizi essenziali.
- Richieste di aumenti salariali, salario minimo di almeno 12 euro l’ora, riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e aumento delle pensioni.
- Investimenti consistenti nei settori pubblici e opposizione alla privatizzazione di servizi strategici come sanità, scuola, trasporti, energia.
- Riconoscimento dello Stato di Palestina e condanna delle politiche di guerra, in opposizione all’economia bellica sostenuta dal governo italiano.
- Lotta contro la precarizzazione del lavoro, richiesta di stabilizzazione dei lavoratori precari e contro la logica degli appalti.
- Maggiore tutela della sicurezza sul lavoro, difesa dei diritti dei lavoratori e lotta contro il sottofinanziamento della scuola e della sanità.
Settori coinvolti e disagi previsti
Lo sciopero durerà dalle ore 21 del 27 novembre alle 21 del 28 novembre e coinvolgerà:
- Trasporti pubblici e privati (treni, autobus, aerei, logistica)
- Scuole e università (compresi insegnanti e personale Ata)
- Sanità pubblica e servizi territoriali.
Durante lo sciopero, saranno garantite solo le fasce orarie di servizi essenziali come previsto dalla legge.
Motivazioni specifiche dei sindacati
Le richieste e proteste specifiche includono:
- Abolizione della legge Fornero sulle pensioni
- Rinnovo contratti collettivi nazionali con adeguamenti all’inflazione reale
- Difesa dei servizi pubblici e opposizione alla riduzione del welfare
Lo sciopero sarà accompagnato da manifestazioni e presidi, in particolare di fronte al Parlamento a Montecitorio, per chiedere modifiche alle politiche del governo.
